Digital Marketing in Cambogia
Big Data e nuovi strumenti per targetizzare utenti.
L’approfondimento in 30 secondi:
Digital Marketing e data-driven marketing sono nel buzz da tempo anche se sono terminologie usate non sempre in modo corretto.
Entrambi sono utili, quansi sempre necessari, a chiunque abbia un’attivita’, cosi’ come un personal brand.
I modi in cui possono essere svolti possono essere corretti o scorretti, non solo da un punto di vista tecnico ma soprattutto da un punto di vista etico.
Alla base del data driven marketing infatti ci sono varie tecniche. Si va dalla lettura e analisi di statistiche (come Google Analytics o Facebook insight) fino a interrogazione e sfruttamento di banche dati di informazioni pubbliche o private (con accesso a pagamento). Queste banche dati di informazioni, possono riguardare gli andamenti di mercato in un certo settore, le condizioni metereologiche degli ultimi 5 anni, ricerche sul cancro come dati personali di utilizzatori di applicazioni e social media.
L’approfondimento propone dei quesiti relativi per la vostra riflessione, riguardo alla consapevolezza degli utilizzatori web e social, in merito alle informazioni con cui stanno involotariamente popolando molte di queste banche dati. Questo e’ uno degli aspetti negativi della trasformazione digitale in atto in Cambogia, come in altri paesi del Sud Est Asiatico: cosi’ veloce da non lasciare a chi ne e’ coinvolto, il tempo di capire esattamente tutti i pro e i contro.
Ovviamente cerchiamo di vedere i lati positivi, come la possibilita’ di individuare dei target user andando a selezionare esattamente chi e’ gia’ interessato ai nostri prodotti.
A conferrma dei pericoli, proprio in questi giorni sono usciti articoli, nei quali si informa che sono stati pubblicati online 533 milioni di profili Facebook, di cui 35 milioni Italiani.
Una referenza dal rivista Italiana corriere.it (clicca per leggere l’articolo sul Corriere)
Sfruttare la potenza del marketing digitale senza fare parte di queste banche dati e’ pressoche’ impossible, ma essere consapevoli dei meccanismi, puo’ condurre a maggiore sensibilita’ e attenzione.
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Approfondimento a cura di Monica Costa, Professionista Italiana del Marketing e della Comunicazione, residente in Sud Est Asiatico dal 2012.
In-depth analysis by Monica Costa, Italian Marketing and Communication Professional, resident in South East Asia since 2012. It is available in English on her website following this link…
Dal mio punto di vista, io ho sempre parlato di Digital Marketing Plan come una soluzione integrata per promuovere e comunicare servizi e prodotti attraverso i nuovi sistemi e device.
Approfondita analisi di dati e comprensione dei target user prima di partire con qualsiasi attivita’ di online marketing, sono sempre stati nel mio raggio di azione da quando lavoro come SEO expert e mi occupo di social media marketing.
Devo dire che fu molto strano quando mi spostai dall’Italia in Thailandia nel 2012 e tutti parlavano di Facebook marketing come se fosse tutto quello che poteva avvenire online. La maggior parte delle persone ignoravano qualsiasi altro canale e, soprattutto, si stava perdendo attenzione rispetto all’importanza del migliore asset digitale di sempre: il proprio sito web.
Questo scenario e’ molto cambiato. Oggi la maggior parte degli internet user Thailandesi sono consapevoli di cosa sia un online marketing strategy e usano Facebook marketing non meno di Google Ads, YouTube e mobile advertising e altri canali disponibili.
E il Digital Marketing in Cambogia? Dopo alcuni anni di boom Facebook che resta il primo network in classifica e fino ad oggi il piu’ facile da accedere e gestire da qualsiasi smart phone, si sono sono fatti spazio diventando molto popolari tra i Cambogiani di ogni eta’, altri social media come TikTok e chat avanzate come WeChat (molto usata dai cinesi), Line e Telegram. Finalmente maggiore uso di Google My Business per la creazione di Google Map e quindi geolocalizzazione del proprio business con tutti gli annessi vantaggi di diventare facilmente reperibili e raggiungibili.
Da Novembre 2020 inoltre, il Governo Cambogiano e’ al lavoro per sviluppare normative relative agli e-commerce.
L’acquisto dei beni online e’ stato fino ad oggi una sorta di “online freestyle” su facebook, oggi seguito anche da TikTok, dove vendors locali usando la potenza del live streaming, vendono i loro prodotti in tempo reale, ricevendo soldi via Wing, banche locali, cash on delivery ecc.
Molte truffe naturalmente, molte pagine di facebook che restano aperte per il tempo di “svuotare i magazzini” se si puo dire, molti vendor poco etici che non cambiano prodotti se sono sbagliati o difettati ecc. Quindi sicuramente la vendita online, una volta che saranno stabilite regole e sistemi, potra’ avere un enorme successo. Quello che abbiamo visto accadere spontaneamente fino ad oggi attraverso facebook e’ solo una piccola anticipazione del vero potenziale della vendita online.
Tutto questo “progresso digitale” connesso alla ben nota digital transformation in atto dalla capitale Phnom Penh alle zone rurali, e non meno tutta questa enfatizzazione nell’uso dei social media, e’ avvenuto senza lasciare il tempo di capire esattamente il senso dell’uso di questi canali. Soprattutto, e’ avvenuto ad una velocita’ incredibile: stimolante da un lato, ma anche molto spaventosa.
Perche’ mai dovrebbe essere spaventosa la digital transformation?
Perche’ una trasformazione e’ un fenomeno positivo, se chi la subisce e’ consapevole di cosa sta esattamente avvenendo e ne tiene le redini, o – se non altro – se ne conosce le conseguenze.
Andando a monte, le domande dovresse essere:
1) Siamo sicuri che tutte le persone che si sono comprare uno smart phone, siano consapevoli che da quel momento sono diventate tracciabili, analizzabili, fonti di dati statistici emozionali e comportamentali?
2) Siamo veramente sicuri che tutte queste persone siano consapevoli di essere parte di banche dati rivendibili da chi le possiede e sfruttabili da agenzie marketing per targetizzare le loro campagne?
Qui ci colleghiamo ad alcuni topic che sono stati nel buzz gia’ da qualche anno ed oggi fortemente collegati al digital marketing: Big Data e data-driven tools.
Cosa sono i dati? I dati sono identificabili come un raggruppamento di informazioni. Queste informazioni possono essere numeri, foto, video, parole, misure, operazioni, e molto altro.
“Big Data” riguarda l’enorme quantita’ di dati di cui sopra, raccolti dai sistemi digitali che possono andare da quanto rilasciamo durante sottoscrizioni a programmi online, risposte a surveys, le informazioni che involontariamente rilasciamo quando parliamo su Messanger o altre chat rispondendo a delle domande di chat bots, dati registrati in facebook e altri social media riguardo la nostra eta’, i nostri interessi, riguardo i like che rilasciamo in post, riguardo dati contenuti nei nostri commenti, riguardo cosa guardiamo su YouTube, cosa cerchiamo online nei vari canali e molto altro. Quindi parliamo della quantita’ e della granularita’ immensa dei dati che sono raccolti ogni secondo da sistemi detti “statistici” o “insights” che sono integrati in tutti i canali digitali che usiamo ogni giorno. Una parte di questi dati, e’ normalmente accessibile dai pannelli di controllo amministrativi di social media e sitiweb.
Facebook raccoglie dati, anche da conversazioni private. La compagnia che ha prodotto lo smart phone che stiamo usando, sta raccogliendo dati. Google e tutti i motori di ricerca raccolgono dati. Ogni volta che usiamo un tool di Google come la Gmail o YouTube, i nostri comportamenti online sono registrati.
Tutte le app che usiamo nel computer o negli altri device, raccolgono dati.
Non tutti i dati di cui stiamo parlando sono visibili o reperibili dagli strumenti statistici che i canali ci mettono a disposizione.
Cerchiamo ora di immaginare che questi dati siano raccolti in base a delle caratteristiche come eta’, sesso, regione in cui ci troviamo, e a delle attivita’ che abbiamo svolto come quante volte abbiamo usato YouTube, cosa abbiamo guardato, quanto tempo ci siamo stati ogni giorno (solo per portare degli esempi semplici).
Le informazioni di cui ho accennato sopra sono raccolte in dei database, alcuni pubblici e altri privati.
La cosa positiva – e qui provo a spiegare in modo semplice il concetto di “data-driven” – e’ che questi database possono essere interrogati per ottenere specifici set di informazioni, che possono “guidare” il nostro marketing, portandoci direttamente dalle persone che sono gia’ interessate al nostro servizio o prodotto.
Conoscere la nostra audience e’ fondamentale per non sprecare tempo e denaro. Individuare il target user prima di iniziare qualsiasi campagna di marketing e’ alla base del successo della stessa.
Raggiungere il target user, e’ il goal della nostra campagna.
Nel piccolo, usando Facebook in modo avanzato, e’ possibile selezionare il proprio target sulla base di una serie di numerose caratteristiche che possiamo selezionare. In questo caso, l’interfaccia che usiamo e’ di tipo visuale: selezioniamo delle opzioni messe a disposizione e creiamo la nostra audience per gli sponsored links dentro Facebook.
Nel grande, e’ possibile accedere a dei dati sfruttando quanto reperibile in piattaforme messe a disposizione, oppure, se noi stessi siamo raccogliendo dati, potremmo sfruttarli per ritarghetizzare delle campagne marketing o lanciare nuovi prodotti.
Chi si occupa di reperire queste informazioni dai database, dagli insight ma anche da ricerche eseguite in modo classico o usando tools specifici e quindi organizzare tutte queste informazioni traendone delle conclusioni e facendo delle predizioni su a cosa potrebbe portare una certa attivita’ prima di metterla in atto, si occupa appunto di data analysis ed identificato come data analyst.
La raccolta dati si sviluppa anche dopo la nostra ricerca iniziale. Questo e’ il motivo principale per cui il l’analisi dei dati dovrebbe avvenire per tutto il periodo della nostra attivita’ di marketing e non solo in fase iniziale. Ad un certo punto della campagna marketing infatti, i nuovi dati potrebbero guidarci verso nuove scelte ed evitarci errori di percorso…
La restituzione a monitor dell’interrogazione dei database avviene spesso in forma di stringhe.
Queste informazioni sono presentate in forma di infografiche usado software e app specifici.
Data-driven thinking, cosi’ come data-driven marketing sono connessi all’individuazione e alla comprensione dei dati prima di mettere in atto una scelta o una strategia.
Concludo questo insight dicendo che da sempre qualsiasi business, ha bisogno di dati per migliorare i propri processi, individuare nuove opportunita’ e nuovi trend. Molti di questi dati che una volta venivano solo da polverosi archivi aziendali, o file piu’ o meno organizzati in server aziendali, oggi possono essere parte di database pubblici o privati. Che questo rilasciamento di dati sia consapoevole o inconsapevole, questo potrebbe essere argomento di un bel dibattito.
a cura di Monica Costa
Esperta del Marketing Digitale a vostra disposizione con strategie e strumenti innovativi.
[ Prima versione di approfondimento sul Digital Marketing e Big Data, pubblicata il 5 aprile 2021 – English version ]